La questione morale: incontro di “Sinistra con” di Lucca

L’Associazione “Sinistra con” di Lucca ha organizzato un ciclo di incontri online sul tema “Enrico Berlinguer. Pensiero e azione politica: gli stimoli per l’oggi, oltre il mito o l’oblio”. Siamo felici di poter partecipare all’appuntamento previsto per giovedì 27 maggio alle ore 18 (su piattaforma Zoom e su Facebook) e di parlare ancora del nostro libro “Enrico Berlinguer. Vita trascorsa, vita vivente”, Maschietto Editore 2016. Il tema che affronteremo è:  “Dalla denuncia della degenerazione dei partiti nell’intervista a Scalfari del 1981, al partito azienda, al prevalere di partiti leggeri, comitati elettorali, correntizi e del capo. L’organizzazione politica e la rappresentanza sociale tra Berlinguer e il post-pandemia”.

Susanna Cressati e Simone Siliani

L’emozione di un dialogo “impossibile”: Enrico (1922) e Francesco (1936)

Mentre cercavo  goffamente di comporre questo elementare fotomontaggio che ritrae, entrambi sorridenti ai loro “fedeli”, Papa Francesco e Enrico Berlinguer, mi ha colto il consueto scrupolo: non sarà considerato un accostamento troppo strumentale? Sì, mi sono risposta, lo sarà. Poi però mi sono ricordata di una pagina di un quaderno su cui mia madre aveva incollato, affiancandole, le foto di due dei personaggi che ai suoi tempi (si era negli anni Sessanta) incarnavano le speranze di pace e progresso economico e umano della gente comune, Papa Giovanni e J.F.Kennedy.  Lei non si faceva tanti scrupoli e semplicemente individuava (milioni di persone con lei) chi in qualche modo, e a volte anche in modo storicamente discutibile, sapeva dar voce in quel momento a aspirazioni ed esigenze diffuse e positive.

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Vannino Chiti: “Così lavorava Berlinguer”

In un lungo colloquio registrato a Firenze Vannino Chiti, a lungo funzionario del PCI, poi presidente della Regione Toscana,  vicepresidente del Senato e ministro della Repubblica, ci ha regalato alcuni ricordi personali che illuminano alcuni aspetti della personalità di Enrico Berlinguer: come si rapportava con la base del partito e i suoi funzionari sul territorio; come si preparava a un congresso; come accoglieva con imbarazzo le manifestazioni di affetto dei militanti. Immaginate che a Lamporecchio una donna voleva baciargli le mani!

Nel corso dell’intervista abbiamo parlato con Chiti anche del confronto con il mondo cattolico, del rapporto tra PCI e PSI, della questione morale e del disastro dei partiti in Italia.

Ecco la versione integrale del colloquio.

Prima parte. “Berlinguer e io: tre ricordi personali”

Seconda parte. “Il confronto con il mondo cattolico”

Terza parte. “I rapporti con il PSI. Il disastro dei partiti”

1981, Berlinguer tra il popolo delle fabbriche

Tre le questioni che Enrico Berlinguer, concludendo la Festa dell’Unità a Torino il 20 settembre 1981, indica al popolo comunista: prima di tutto la pace, poi una riflessione sul tipo di sviluppo economico e sociale, l’uso delle risorse e la qualità del lavoro e della vita, infine la questione morale. E’ il Berlinguer dell’alternativa democratica.

C’era una folla enorme a “Italia ’61”. Decine di migliaia di persone avevano affollato nei giorni precedenti i giardini e i prati tra il Palazzo del Lavoro e il Palavela. Erano gli anni della maggiore spinta del Pci. Venne invitato alla Festa anche Guido Carli, ex governatore della Banca d’Italia, ex presidente di Confindustria, futuro senatore indipendente nelle liste della Dc e ministro: partecipò a un dibattito con Claudio Napoleoni e Felice Mortillaro sul tema “Chi comanda davvero in fabbrica”.

Con gli esponenti del Pci si misuravano i leader nazionali e gli uomini di spicco degli altri partiti e dei sindacati che avevano matrici diverse da quelle comuniste, sindaci di grandi città e amministratori, imprenditori e rappresentanti della cultura, cinema e arte.

Tra la folla di Torino c’era anche Giuseppe Ciari, militante toscano, che registrò il discorso dal vivo.

Enrico Rossi: “Un partito che parli al cuore e alla mente delle persone”

Dice Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, riflettendo con noi su Berlinguer e il tema del partito: “Abbiamo anche bisogno di partiti che, distinguendosi dal governo, usino un linguaggio che parli al cuore e alla mente delle persone, che abbiano visioni, e questo purtroppo non avviene. Lo schiacciamento sul quotidiano impedisce alla politica di pensare…Questo è il
Berlinguer che ci consentirebbe anche oggi di dialogare con i giovani del terzo
mondo, dell’Africa, con il mondo cattolico di papa Francesco, che darebbe una
spiegazione razionale di ciò che ci sta avvenendo. A volte sento la mancanza di
un’analisi e di una critica dell’esistente, una mancanza che ci impedisce un racconto, una narrazione di sinistra”.

Intervista realizzata il 27 settembre 2016. Contenuta nel libro “Berlinguer. Vita trascorsa, vita vivente”, di Susanna Cressati e Simone Siliani, Maschietto Editore, Firenze 2016.

Prima parte. “Il partito e il vizio del conformismo e la modernità della questione morale”.

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Alberto Vannucci: “La questione morale come questione politico-istituzionale”

Nell’ attività politica di Enrico Berlinguer il tema della “questione morale” assume il ritmo di un implacabile crescendo musicale. Per il nostro libro ne abbiamo parlato con il professor Alberto Vannucci, docente di Scienza politica presso l’Università di Pisa, grande esperto di corruzione, su cui ha scritto nel 2012 un Atlante. La tesi del professor Vannucci (che condividiamo) è che “il tratto straordinario della sua riflessione è che non implica alcuna connotazione moralistica. E’ invece una questione che possiamo chiamare ‘morale’ in quanto espressione chiara e comprensibile, ma è di tipo sostanzialmente politico-istituzionale, che chiama in causa quello che i partiti stavano diventando”.  Di seguito la sua intervista, realizzata il 28 agosto 2015, in tre parti e alcuni estratti dagli scritti di Berlinguer sul tema.

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Questione morale e austerità: quello che EB disse e quello che gli fanno dire

Lo scorrere del tempo e la ragguardevole distanza che ormai intercorre tra l’esperienza politica di Enrico Berlinguer e l’attualità non hanno ancora fatto giustizia del senso vero e compiuto di alcune sue intuizioni. Su alcune delle quali si continua anche oggi ad esercitare un gioco al ribasso fatto di semplificazioni fuorvianti, di distorsioni di comodo, quando non di vere e proprie strumentalizzazioni. Su due temi in particolare (braci ancora accese) ai quali abbiamo dedicato due capitoli del nostro libro, questo avviene ancora di frequente: la questione morale e l’austerità.  Confrontiamo brevemente cosa diceva Enrico Berlinguer con quello che vogliono fargli dire.

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