“Lessico familiare” del PCI: le parole ancora importanti

«Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste. Le parole sono importanti». Ho riguardato di recente la famosa scena del film di Nanni Moretti, “Palombella rossa”, del 1989, mentre stavo preparando l’intervento per la presentazione del libro di Franca Chiaromonte e Fulvia Bandoli “Al lavoro e alla lotta. Le parole del PCI”, uscito di recente per i tipi di Harpo. Quello che dice Moretti è proprio vero.

Leggi tutto ““Lessico familiare” del PCI: le parole ancora importanti”

Parole nuove per il cambiamento: Berlinguer oratore

Firenze. A Lecco, nel corso di una delle presentazioni che stiamo tenendo in giro per l’Italia, uno degli intervenuti (Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e intervistato nel nostro libro) ha introdotto il tema del linguaggio politico. In sintesi ha detto questo: “Berlinguer ci offre un linguaggio per parlare della crisi. Il segretario del Pci aveva una forte capacità di parlare in maniera sobria e rispettosa, di denunciare con parole forti l’ingiustizia, di delineare orizzonti nuovi e il bisogno di cambiamento con parole serene. Oggi la sinistra ha bisogno di elaborare un linguaggio moderno, senza strumentalismi usati per intimidire, aggredire, sottomettere. Un linguaggio semplice e profondo capace di esprimere una distanza critica rispetto all’esistente”.

Ma com’era il linguaggio di Berlinguer? La ricercatrice  Maria Vittoria dell’Anna lo ha analizzato per il sito della Treccani.

Potete leggere qui le sue riflessioni.