Oggi è la Giornata mondiale per l’aborto libero e sicuro.
Il 26 aprile 1981 decine di migliaia di persone manifestarono a Firenze per la legge 194, invitate dalla Federazione giovanile del PCI con la parola d’ordine “Perché nel futuro dei giovani non ci sia più l’aborto”. L’oratore della giornata era Enrico Berlinguer, che in piazza Santa Croce, in esordio, si scusò quasi di non dedicare il comizio alle solite questioni dell’attualità politica (era in corso il congresso del Psi), ma di voler affrontare senza indugi il tema dell’interruzione della gravidanza e dei due referendum che mettevano in discussione l’integrità della legge 194. Davanti a tanti giovani e alla fine di una mattinata grigia, sotto le prime gocce di pioggia, Berlinguer richiamò con energia tutto il partito ad impegnarsi a fondo perché uscissero battute dalle urne le forze “conservatrici, oscurantiste, reazionarie” che, se vittoriose, non avrebbero esitato a “tentare di colpire altre conquiste democratiche e sociali”.
Per Berlinguer era chiaro che la battaglia per la 194 andava ben al di là del contenuto specifico della legge e riguardava “una radicale nuova scelta politica e culturale”. “Minacce di involuzione – disse – derivano dall’andamento complessivo della vita della società, dalla crisi economica e dagli indirizzi dominanti della vita politica e culturale, dalle spinte particolaristiche, dalla frantumazione corporativa, dalle esasperazioni individualistiche, da questi fenomeni che percorrono il corpo sociale e minano la convivenza civile, indebolendo lo spirito di solidarietà e la lotta per la giustizia sociale… Questi fenomeni spingono la società a un imbarbarimento, da cui non ci si salva chiudendo gli occhi cercando scampo nell’evasione, rinchiudendosi in se stessi, cioè rinunciando a intervenire negli eventi in cui la storia ci ha immesso e arrendendosi”.
Riascoltare nel 2017, su un vecchio nastro registrato dal vivo, la voce di Berlinguer ai microfoni di Santa Croce, quando sappiamo che l’Italia nel 2016 è stata accusata dal Consiglio d’Europa di discriminare medici e personale medico che non hanno optato per l’obiezione di coscienza in materia di aborto, e che nel nostro paese la percentuale dei medici obiettori è del 70%, con punte ben più elevate in certe regioni, fa veramente impressione. L’obiezione di coscienza è garantita per legge. Tuttavia, anche senza tirare in ballo le ragioni addotte da ciascuno all’obiezione, simili percentuali parlano di un tradimento vero e proprio della legge, sotto il profilo delle politiche organizzative e sanitarie del sistema.
Un diritto conquistato a duro prezzo e una legge, certo frutto di compromesso ma esemplare per equilibrio, rispetto dell’autodeterminazione della donna e senso di giustizia sociale, sono messi in discussione. Ed in questi anni è stata tradita anche quella parte della legge che riguarda le attività di educazione, informazione e prevenzione. A Firenze Berlinguer gridò forte la necessità che fossero create strutture adeguate, moltiplicate i consultori. Denunciò che in alcune regioni (allora governate dalla Dc) si era esercitata una vera e propria azione di “sabotaggio” contro i consultori, pur in presenza di risorse economiche disponibili. La difficoltà di introdurre in Italia l’informazione e l’educazione sessuale e alla contraccezione, di sostenere lo sviluppo della ricerca scientifica nel campo della sessuologia e della procreazione. Disse che l’attacco all’ articolo 15 della legge era frutto di una linea “obiettivamente ostile a qualsiasi politica di prevenzione”.
Ricordo che l’articolo 15 della legge incarica le Regioni di promuovere “l’aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della parto e sull’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”. Fu proprio richiamandosi a questo articolo che, tra furibonde polemiche, ma sulla base di un parere favorevole degli organismi tecnici sanitari, la Regione Toscana per prima introdusse nel 2005 la possibilità di importare la pillola abortiva per renderla utilizzabile in ospedale.
Susanna Cressati
Ecco la registrazione integrale del discorso di Enrico Berlinguer effettuata dal vivo dal compagno Giuseppe Ciari.