Nel nostro libro, in una interessante intervista, Nadia Urbinati, docente di Teoria Politica al Department of Political Science della Columbia University e autrice di numerosi volumi e pubblicazioni sulle democrazie moderne e la loro crisi, riconosce a Enrico Berlinguer l’originalità e la fatica di voler costruire una cultura politica “nuova” pur mantenendo solide radici in quella “vecchia”: “una visione di sinistra democratica – dice Urbinati – adatta all’Occidente, ma non omologata con il socialismo o le socialdemocrazie occidentali”.
Il tema della cultura politica , e nello specifico delle culture politiche storiche che si sono sviluppate in due contesti locali emblematici, il Veneto “bianco” e la Toscana “rossa”, è al centro del libro “Una democrazia possibile, politica e territorio nell’Italia contemporanea” scritto da Marco Almagisti, docente di Scienza Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova per i tipi di Carocci. Almagisti definisce la “cultura politica” come un “insieme di comportamenti e atteggiamenti fatti propri dalle persone, dalle prassi sociali e dai sistemi di significato, ossia dai significati condivisi che danno alle cose che fanno”, e ne analizza formazione e sviluppo in Italia proprio negli anni in cui Berlinguer esercitava la sua leadership nel PCI.
Una analisi interessante, anche per provare a rispondere a un interrogativo che la stessa Nadia Urbinati ha consegnato al nostro libro: “Ci si deve chiedere – ed è un problema serissimo e difficile da spiegare – come mai, pur con la presenza culturale e politica tanto diffusa che aveva il Pci, tutto sia svanito in pochissimo tempo. Come è stato possibile che una cultura comunista e un pensiero sociale tanto estesi e condivisi si siano dissolti tanto in fretta, lasciando in piedi un economicismo che non è migliore di quello liberista?”.
Il sito www.largine.it ha pubblicato questa intervista all’autore.