Il progetto

Nel momento in cui ce lo troviamo tra le mani,  la vita di un libro non finisce ma ma comincia. E quindi, quando dopo due anni di lavoro abbiamo messo il punto fermo finale al nostro testo, ci siamo resi conto che in realtà l’avventura cominciava davvero e che il lavoro che ci aspettava era ancora molto.  Ecco il perchè di questo sito, in cui vogliamo valorizzare il lavoro svolto, pubblicando le interviste realizzate, i materiali su cui abbiamo studiato, le fotografie d’epoca, i comizi registrati, ma anche proseguire il viaggio condividendo con chi vorrà leggerci notizie e riflessioni sull’attualità.

Nel frattempo continuiamo il viaggio “fisico” presentando il libro in giro per l’Italia e raccogliendo ovunque idee, segnalazioni, spunti interessanti ed utili. Ogni invito, suggerimento, critica, osservazione sarà più che gradito. Qui di seguito le conclusioni del libro che vorrei intitolare:

“Lungo il grande sentiero”

“Ci sono delle cose che abbiamo imparato lavorando a questo libro che forse vale la pena in conclusione richiamare. La prima è che sì, per costruire il futuro è utile, forse anche necessario, tenere il filo con il passato per sapere davvero chi siamo. Il passato non è sempre una zavorra di cui liberarsi più in fretta possibile perché il vascello veleggi rapidamente verso il largo: buttare tutto a mare sarebbe “il gesto suicida di un idiota”. Il passato può essere anche una carta nautica che ci dice: voi siete qui e potete muovervi alla ricerca di nuove terre, anche perché qualcuno ha solcato questi mari prima di voi e può dirvi cosa ancora c’è da scoprire. Le carte nautiche sono strumenti di orientamento che non impediscono nuove scoperte, ma offrono un metodo, delle tracce per costruirne di nuove. Berlinguer, questo abbiamo ‘scoperto’, era un uomo del futuro, in continua ricerca di nuovi approdi, che tuttavia sapeva da dove veniva e quale storia lo avesse generato: aveva rispetto di questa storia e le era riconoscente, anche quando capiva che era tempo di cambiare. Berlinguer era un uomo del futuro perché sapeva indagare nelle pieghe profonde del suo tempo, cercando di riconoscervi i semi del mutamento che avrebbero originato tempi nuovi. Per questo molte delle sue visioni, delle sue idee
sono risultate, a noi e a molti dei nostri interlocutori, così attuali; carte nautiche per la navigazione nei mari tempestosi del presente. Abbiamo cercato di leggere queste carte, non per interpretare alla luce del mondo di oggi le parole e i pensieri di Berlinguer. Al contrario, abbiamo inteso togliere il leader del Pci da un’aura di laica santità che tende a estrapolarlo dal suo contesto storico per farne una sorta di lontana ma innocua icona di un tempo distante, quando nella politica e nella sinistra vi erano ancora valori forti, inservibili per il tempo presente. Invece, a noi sembra che proprio una lettura attenta dei testi berlingueriani restituisca l’immagine di un uomo capace di indagare i prodromi di un mondo che stava transitando verso nuovi paradigmi, che avrebbero chiamato la politica a prove decisive. Le visioni e le parole di Berlinguer contenevano chiavi interpretative, idee e strumenti che potrebbero servire ancora oggi a una politica che volesse recuperare senso e credibilità. Anche a contrario, per dire che vi sono modi e temi di Berlinguer così lontani dalla politica contemporanea che appare del tutto improbabile che vengano prese seriamente in considerazione, eppure ci sembrerebbero preziosi strumenti per salvare la politica. Abbiamo avuto tanti incontri, abbiamo ascoltato tante voci. Partiti con una piccola idea, ci siamo trovati a navigare in un mare immenso: la grande storia del nostro Paese, le storie personali, le fedi, le culture e i ragionamenti, le scelte, i sentimenti, le bandiere, i colori di tanta gente. E poi ci siamo ritrovati addosso la nostra storia personale. Ma solo dopo. Dopo che Enrico Berlinguer ci aveva riconquistati e ricondotti, oltre ogni nostalgia, a ragionare dell’oggi, del mondo in cui viviamo e che ci ostiniamo a credere che si possa cambiare.
Dunque, non una biografia né un’agiografia. Piuttosto una ricerca, un’indagine, un percorso su un sentiero che a mano a mano che lo percorrevamo – aiutati da compagni di viaggio che hanno condiviso questo approccio – andava allargandosi e illuminandosi, facendosi sempre più chiaro e aperto. Così le vite vissute, pienamente e intensamente, da Berlinguer sono diventate vita presente: qualcosa che ancora ci riguarda e che rifiutiamo di chiudere in una teca di vetro, da venerare, ma esanime. È ancora vita attiva quella che emerge dalla ricerca che abbiamo compiuto. Che abbiamo avviato. C’è ancora tanta strada da percorrere lungo il grande sentiero indicato da Enrico Berlinguer”.

Susanna Cressati Simone Siliani