Un amico fotografo, Maurizio Berlincioni, ci invia una copertina di Time dedicata ad Enrico Berlinguer. Una breve ricerca rivela che in realtà, nell’arco di un anno, la rivista statunitense dedicò al segretario del PCI ben due volte la prestigiosa copertina. La prima è datata 30 giugno 1975 ed è la copertina della edizione Europe del periodico; la seconda, molto più nota, è del 14 giugno 1976, edizione principale. Entrambe le copertine sono realizzate con una tecnica molto utilizzata dalla rivista e anche molto discussa, il ritratto realizzato a disegno, probabilmente sulla base di fotografie. Quello che colpisce l’osservatore che abbia davanti agli occhi contemporaneamente le due immagini non sono le affinità, pur presenti, ma le loro sostanziali diversità. Tanto da far pensare che tra il 1975 e il 1976 la linea editoriale del giornale nei confronti di una personalità politica emergente in Europa fosse cambiata, virando dalla curiosità per un leader sicuramente autorevole alla preoccupazione per l’ascesa di un temibile avversario. Ma procediamo con ordine.
La prima copertina porta il titolo “Communist surge in Italy”, “Ondata comunista in Italia”. La didascalia al disegno dice semplicemente “Party leader Enrico Berlinguer”, “Il capo del partito Enrico Berlinguer”. La copertina è un primo piano del segretario realizzato a colori, sui toni dell’ocra non particolarmente accesi. Tra le tante foto reperibili online sembra di poter rintracciare qualche somiglianza con il famoso scatto di Berlinguer ritratto in barca a vela. Sembrano immagini simili per molti aspetti: l’età della persona, alcuni particolari come i capelli folti tirati indietro, le rughe sulla fronte e lungo le guance, ma soprattutto gli occhi alzati verso l’orizzonte. Il parallelismo sembrerebbe confermato dal fatto che nel ritratto scritto con cui il giornalista di Time incomincia l’articolo all’interno, intitolato “Berlinguer: ‘We Are Not in a Hurry’” c’è un preciso riferimento alla passione del segretario per la vela: “He’s a good comrade, but not very comradely,” a Communist official once said of Party Leader Enrico Berlinguer. Reserved and quiet, Berlinguer speaks in a dry, precise manner yet still manages to exude a certain magnetism. He is an anomaly in other ways. Though he leads the largest proletarian party in the West, his fragile hands have rarely been callused by any implement rougher than a sailboat’s tiller. The descendant of an aristocratic, landowning Sardinian family, he is married to a practicing Roman Catholic but is an atheist himself”. (v.nota) . L’autore dell’articolo vuole dipingere un Berlinguer diremmo “umano”. In una certa misura si intende presentare il leader comunista, protagonista di una stagione di avvicinamento al mondo cattolico e al partito politico che ne raccoglie i voti, in una prospettiva di partecipazione al governo, con tinte se non rosa, almeno non fosche. Benché certamente pensosa e non sorridente, l’immagine trasmette una sensazione di calma, di riflessione. Gli occhi ben aperti guardano lontano, caratteristica simbolicamente significativa e positiva per un uomo politico. Anche il titolo (“Non abbiamo fretta”, “adelante con juicio”, si direbbe con Manzoni) sembra scelto per non trasmettere ansia.
La copertina di Time si colloca in un momento particolarmente importante per il partito e il suo segretario. Dal 18 al 23 marzo 1975 si era svolto al PalaEur di Roma il XIV Congresso del PCI, ribattezzato dai giornali il “congresso del compromesso storico”. Domenica 15 e lunedì 16 giugno si tennero le elezioni regionali e amministrative, che decretarono una sostanziale vittoria del PCI che raggiunse una media nazionale del 33,4%, con la DC al 35,4% e il PSI al 12%.
La seconda copertina è molto più nota, è del 14 giugno 1976, edizione principale del Time, e utilizza, ma con effetti diversi, la stessa tecnica del ritratto disegnato simil-fotografia. Il titolo è “Italy. The red threat”, “Italia. La minaccia rossa” e Berlinguer è definito “Communist leader”. Due gli articoli all’interno, “Don Enrico bids for power” e “Berlinguer: ‘Following our own path’. Per onorare la scelta del titolo la copertina ha un tono di rosso più acceso. Il volto del segretario è ripreso di fronte, con gli occhi puntati sull’osservatore, le sopracciglia aggrottate, e complessivamente l’immagine trasmette un senso di severità e (come dice il titolo) di minaccia.
Nel corso del 1976 Berlinguer intervenne pubblicamente con altre importanti interviste. Nella prima, curata da Carlo Casalegno per alcuni quotidiani europei (La Stampa, Die Welt, Le Monde, Times), il segretario ribadì la scelta democratica e l’autonomia della politica del partito; nella seconda, firmata da Gianpaolo Pansa sul Corriere della Sera del 15 giugno, Berlinguer si soffermò invece sul rapporto tra l’Italia e la NATO e sull’atteggiamento dei comunisti verso l’Alleanza Atlantica. Nello stesso anno Berlinguer lanciò l’eurocomunismo. L’uscita su Time precede di pochi giorni le elezioni politiche, che si svolsero domenica 20 e lunedì 21 giugno e che videro il PCI in forte ascesa, con 3.545.000 di voti in più rispetto a quattro anni prima e una percentuale alla Camera del 34,37%, il miglior risultato della sua storia.
Complessivamente le due immagini, concepite a distanza di un anno esatto ma per pubblici probabilmente diversi, messe a confronto rivelano una percepibile differenza di ispirazione.
Ci si può chiedere (e in molti esperti se lo sono chiesti) perché Time scelga talvolta il disegno rispetto alle foto. E si può anche ricordare che periodicamente si accendono forti polemiche su certe scelte di immagine del Time. Il giornalista Michele Smargiassi, esperto di fotografia e autore su Repubblica del blog specialistico Fotocrazia, ritiene che “Time preferisca i ritratti disegnati alle foto perché per loro una copertina deve essere significante come un editoriale e non solamente documentaria come una foto, insomma deve avere l’impronta del punto di vista del giornale. In realtà – aggiunge però – questo obiettivo può essere raggiunto anche con le foto”. Ci sono state molte polemiche su ritratti da copertina “tendenziosi”, da McCain a Trump, mentre a volte, paradossalmente, la polemica scoppia perché il ritratto “non” è stato ritoccato.
Tornando al doppio Berlinguer possiamo concludere che anche in questo caso la potenza dell’immagine prevale o comunque precede la forza dei contenuti e manifesta con chiarezza e più di tante parole il modo con cui un’autorevole operatore dell’informazione elabora e propone le proprie posizioni. E, d’altra parte, la doppia copertina del più importante settimanale politico d’Occidente, testimonia una volta di più dell’autorevolezza politica e morale che a Berlinguer veniva riconosciuta ben oltre i confini del suo campo politico.
Susanna Cressati
Simone Siliani
Nota: “E’ un buon compagno,ma non è molto cameratesco”, ha dichiarato una volta un dirigente del leader del Partito Enrico Berlinguer. Riservato e silenzioso, Berlinguer parla in modo sobrio, preciso, ma al tempo stesso trasuda un certo magnetismo. In altri termini è uno anomalo. .Nonostante guidi il più grande partito proletario dell’Occidente, le sue fragili mani raramente hanno conosciuto i calli dovuti a niente di più ruvido di un timone di una barca. Discendente di una famiglia aristocratica, proprietaria terriera sarda, è sposato con una cattolica praticante sebbene lui sia ateo”.